Need further assistance?
Visit the Support section
Nella quasi totalità della rete autostradale italiana si applica un pedaggio, cioè una tassa in denaro che gli utenti devono pagare al gestore dell'infrastruttura.
Per entrare in autostrada è quindi necessario transitare attraverso uno degli oltre 500 caselli, ritirando il biglietto che poi si dovrà pagare al casello di uscita, o velocizzare entrambe le operazioni con il dispositivo Telepass passando per la corsia riservata.
Il calcolo dei pedaggi nelle varie tratte autostradali è stabilito dalle normative di settore (leggi e delibere CIPE), recepite dalle convenzioni in essere tra lo Stato e le società concessionarie.
Ma come si calcola il pedaggio autostradale? Quali sono i fattori che concorrono al prezzo finale? Scopriamo come funziona in questa guida.
Il pedaggio autostradale può essere di due tipi: aperto o chiuso.
Il sistema aperto prevede una tariffa forfettaria. Il prezzo che l'automobilista deve pagare non dipende da quanti chilometri ha percorso dall'ingresso in casello, ma è fisso e può variare solo in base alla classe del veicolo. In Italia è meno diffuso ed è in vigore solo in alcuni tratti particolari, tra cui la Milano-Laghi, le tangenziali di Milano, Torino e Napoli, l'A12 Roma-Tarquinia, la diramazione A1 Roma Nord, la A3 da Napoli a Salerno.
Il sistema chiuso è invece applicato alla maggior parte delle autostrade d'Italia. In questo caso l'importo da pagare in casello o addebitato tramite telepedaggio Telepass (controllabile successivamente via App Telepass) è direttamente proporzionale alla distanza percorsa e considera inoltre la classe del veicolo e la tariffa unitaria chilometrica.
La tariffa unitaria è un coefficiente variabile applicato al pedaggio autostradale che tiene conto di questi fattori:
Classe di veicolo:
Nelle prime due classi si considera la sagoma, cioè l'altezza del veicolo sulla perpendicolare dell'asse anteriore; nella altre tre il numero di assi.
Caratteristiche dei tratti percorsi: in genere, i tratti di pianura sono più economici di quelli di montagna, soggetti a costi più elevati di costruzione, gestione e manutenzione (viadotti, gallerie).
Concessionaria della tratta: nel caso di percorsi autostradali gestiti da più società, è necessario calcolare separatamente i chilometri e le tariffe unitarie di ognuna prima di applicare gli arrotondamenti. Gli introiti sono distribuiti alle varie società in base ad accordi tra le concessionarie.
Il sistema di pedaggio applica automaticamente l'arrotondamento del prezzo senza discrezionalità da parte dell'ente gestore dell'autostrada. È disciplinato dal Decreto Interministeriale numero 10440/28/133 del 12 novembre 2001 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Se l'importo dovuto presenta una cifra finale inferiore a 5 centesimi di euro, viene arrotondato ai 10 centesimi inferiori (esempio: se il pedaggio è 2,42 €, si paga 2,40 €).
Se l'importo dovuto presenta una cifra finale uguale o superiore a 5 centesimi di euro, viene arrotondato ai 10 centesimi superiori (esempio: se il pedaggio è 2,45 € o 2,48 €, si paga 2,50 €).
Fa eccezione soltanto la tangenziale di Napoli, dove vige un arrotondamento per eccesso o per difetto ai 5 centesimi di euro.
Per calcolare l'importo del pedaggio autostradale si moltiplica la tariffa unitaria (definita in base a classe del veicoli, tipologia di tratto e società concessionaria) per i chilometri percorsi.
Al totale ottenuto si applicano l'IVA al 22% e l'arrotondamento per eccesso o per difetto.
I chilometri conteggiati includono anche gli svincoli, le bretelle di adduzione e i tratti autostradali a percorrenza libera, sia prima che dopo il casello, costruiti e gestiti dalla concessionaria della relativa tratta a pagamento.