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Sessantadue miliardi di euro di investimenti in 10 anni per mobilità, infrastrutture e logistica sostenibili: è il “tesoretto” che il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) approvato in Consiglio dei Ministri lo scorso 30 aprile mette a disposizione del Ministero dei Trasporti (oggi Mims, Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili) per modernizzare il “modo di trasportare” del sistema Italia.
Un intervento importante, nell’ambito del quale i 41 miliardi che arrivano dal programma comunitario Next Generation Eu si sommano a 21 miliardi di risorse nazionali recuperate da Fondo complementare (10,6 mld) e scostamento di bilancio (10,3 mld). Cifre elevate, certo, ma non si può dimenticare che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden il 31 marzo aveva messo sul tavolo, con gli stessi obiettivi, la bellezza di 520 miliardi di euro: più del 30 per cento del programma da due triliardi di dollari American Jobs Plan, il terzo degli interventi per il rilancio dell’economia statunitense.
Mentre le economie e i mercati man mano si rialzano dallo shock pandemico, è evidente che tra i settori al centro della ripresa non potrà che esservi il mondo dell'automotive, investito dai trend verso le tecnologie Aces (guida autonoma, connettività, elettrificazione, sharing). Un recente studio McKinsey ha evidenziato come le partnership tra Oem finalizzate all'implementazione di sistemi Aces siano cresciute di 40 volte nel decennio precedente il Covid. E la pandemia non può che tradursi, anche in questo caso, in un acceleratore di dinamiche che hanno nel digitale e nelle tecnologie It la propria cifra essenziale.
Il futuro del trasporto merci è nel “connected truck”, un camion che non si limita ad avere qualche chip incollato sul parabrezza e un navigatore gps per trovare la strada ottimale, ma è davvero in grado di dialogare con il mondo che lo circonda.
Perché la differenza fondamentale è che dopo anni e anni in cui si è discusso soltanto di veicoli a guida autonoma, e quindi dell’interazione con il percorso, i segnali stradali e il traffico circostante, l’evolversi dell’integrazione logistica impone che i mezzi in movimento siano capaci di interfacciarsi con le infrastrutture di origine e destinazione.
«La digitalizzazione di interporti e porti è una priorità – ha sottolineato il consiglio direttivo di Federlogistica-Conftrasporto-Confcommercio nell’incontrare Giuseppe Catalano, responsabile della Struttura tecnica di Missione del Mims – per ridurre i costi e i tempi del trasferimento delle merci nei passaggi modali, da nave a camion come da camion a treno».
In termini tecnici si parla di “interoperabilità della piattaforma logistica nazionale, di digitalizzazione dei documenti di viaggio per semplificare le procedure, interfacciamento con la supply chain”.
La realtà è però molto concreta: il sistema industriale italiano per stare al passo con la concorrenza internazionale deve poter far leva su una supply chain priva di strozzature, dove la digitalizzazione di ogni passaggio – dalla logistica delle materie prime e delle forniture alla distribuzione del prodotto finito – è fondamentale per garantire la continuità del flusso produttivo. Il monitoraggio in tempo reale del camion, quindi, non è più lo “sfizio tecnologico” dell’azienda d’avanguardia che vuole “coccolare” il cliente, ma dovrà diventare un’informazione digitale condivisa, un asset fondamentale per il trasporto così che i diversi attori del sistema produttivo possano avere sempre il pieno controllo del processo.
Un ecosistema digitale che ruota intorno al “connected truck” e la cui integrazione diventerà fondamentale per porti, scali aerei merci e interporti così da garantire che il carico e lo scarico di navi, aerei e treni avvenga senza tempi morti o ingorghi che metterebbero in crisi i cicli produttivi, vista la diffusione dei sistemi just-in-time.
Tempi calcolati al millimetro, al cui rispetto potrà dare un contributo anche uno strumento dei “buoni vecchi tempi” come il Telepass, evitando accodamenti ai caselli e perdite di tempo per il pagamento del pedaggio. Nel quadro di questa corsa verso il futuro si inserisce l'accordo siglato a inizio estate con Tesisquare, azienda di sviluppo software e partner tecnologico per la creazione di ecosistemi digitali collaborativi. La partnership mira a coniugare l’infrastruttura di connettività e tracciamento del mezzo di Telepass e la gestione della logistica digitale di Tesisquare. Obiettivo ultimo? Ottimizzare la digital supply chain e il processo di trasporto in ogni sua fase.